mercoledì 15 dicembre 2010

Antigelo? No, Vindaloo...

Uno dei posti migliori in cui trascorrere questa freddissima giornata di dicembre resta la cucina… ma cosa preparare per ritemprare corpo & anima?
Dato che, se potessi, sarei già partita per luoghi ben più caldi e assolati, come le lunghe spiagge bianche di Goa che si affacciano sul caldo Mare d’Arabia (quanti ricordi!!!), la proposta non può che essere intonata alle intenzioni… Quindi, in attesa del tripudio di odori-sapori-colori del Natale ormai alle porte, ecco una proposta della cucina goana, che altro non è che la raffinata sintesi tra la tradizione culinaria indiana (col suo ampio utilizzo di spezie piccanti) e quella portoghese.
Sono stata a Goa qualche anno fa e proprio nel periodo delle feste di Natale. Era la mia prima volta in India e, appena sbarcata dall’aereo, mi aspettavo di trovarmi immersa in una folta e colorata ressa di divinità indù… Invece, fin dal primo sguardo, sembrava più di trovarsi a San Gregorio Armeno, a Napoli, data la fitta concentrazioni di presepi e decorazioni sulla Natività!!! E questo proprio per colpa, o merito, dei Portoghesi…
I portoghesi giunsero infatti a Goa come mercanti all'inizio del XVI secolo e la conquistarono in breve tempo. La regione, poi, fece parte del loro impero coloniale per circa 450 anni, diventando uno dei più antichi e duraturi domini coloniali della storia! Ecco perché la cultura, e anche la cucina, di Goa sono state così prepotentemente influenzate da quelle portoghesi.
Il simbolo stesso della commistione di queste due civiltà e tradizioni culinarie è il piccantissimo Vindaloo. Quasi tutti credono che sia un curry indiano, quando è in realtà l’adattamento indiano di un piatto portoghese, il cui nome deriva dalla deformazione dell'espressione portoghese "Vinha d'Alho" (vino con aglio). I Portoghesi, infatti, sono soliti marinare le carni con l’aceto e, grazie ad un sapiente uso delle spezie ‘giuste’, si è originato questo piatto, a base di carne (maiale, ma anche pollo o agnello), aglio, spezie e peperoncino. Uno dei piatti più piccanti del mondo (e che io adoro), servito sempre caldissimo ma con una ‘controparte’ di riso basmati cotto al vapore che serve per addomesticarne il gusto davvero deciso.
Esiste forse un modo migliore per battere questo freddo???

Vindaloo di pollo
500 g di piccole patate non sbucciate,
3 spicchi d'aglio,
 ½ cucchiaino di chili in polvere,
2 cucchiaini di sale,
3 cipolle,                           
2 cucchiai di erbe fresche tritate,
2 cucchiaini di garam-masala,
1/2 cucchiaino di zenzero in polvere,
2 cucchiai di aceto,
1 pollo di un kg a pezzi e disossato,
110 g di burro (veramente ci vorrebbe il ghee, ma è praticamente impossibile reperirlo…)
½ cucchiaino di curcuma in polvere,
3-4 pomodori affettati,
2 tazze d'acqua calda.

Bollire le patate senza sbucciarle; toglierle dal fuoco a metà cottura, farle raffreddare, pelarle, tagliarle a metà e metterle da parte. Tritare insieme cipolle, aglio, erbe; quindi mettere il trito in una ciotola, unire il garam-masala, lo zenzero, il chili, il sale, l'aceto e mescolare molto bene.
A questo punto, versare metà dell’impasto sul pollo messo in un apposito recipiente, mescolare bene e lasciare a marinare almeno per un paio ore. In una larga casseruola soffriggere nel burro la metà rimanente del misto di odori e spezie. Unire la curcuma e i pomodori e soffriggere ancora per qualche minuto. Quindi, aggiungere il pollo, mescolare bene e rosolare per circa un quarto d’ora. Infine, Bagnare con l'acqua calda, portare a bollore, coprire, diminuire la fiamma e far cuocere finché il pollo è quasi tenero. Unire le patate e terminare la cottura aggiungendo, se necessario, ancora un po' d'acqua. Servire caldissimo accompagnato da riso basmati bollito o cotto al vapore.

1 commento:

  1. Che mal d'India che mi fai venire Cri. Mangiare indiano è sempre la "medicina giusta".

    Il profumo del cibo indiano ha la forza di riportarti anche solo per un attimo in quei luoghi che una volta visitati non vorresti più dimenticare..non resta altro per oggi che sognare di tornarci e tornarci e tornarci..

    nell'attesa proverò a cucinare questo piatto..

    f

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